A - A
1980
Il Giorno
“Maraniello, il piacere di fare”

“Da tempo il lavoro di Giuseppe Maraniello è nel mirino di quanti tentano di reperire, nell'attuale situazione, i sintomi più autentici di un reale rinnovamento della ricerca artistica. Con la duplice mostra allestita da Artra Studio (via Fiori Chiari 8, tutto giugno) e da Diagramma/IngaPin (via Pontaccio 12/a, tutto giugno) egli ha infatti puntualmente mostrato esiti di sicura qualità e compiutezza. L'artista presenta una serie di grandi tele monocrome campite da una pittura addensata, pulsante, di forte intensità visiva (su tutti svettano un blu e un viola calibratissimi), dalle quali si snodano, rette da aste metalliche in precaria tensione, figurette esili e dinamiche che fanno pensare a Giacometti o alla piccola scultura minoica. Altri contrappunti si stabiliscono per la presenza strutturante di elementi di legno dal colore naturale opaco e severo. Al di là delle implicazioni di lettura simboliche e allusive, è interessante soprattutto notare che, contrariamente a quanto accade ad altri con sempre maggiore frequenza, Maraniello recupera un profondo, gratificante «piacere di fare» non attraverso un bricolage concitato, ma piuttosto grazie a un controllo rigoroso, addirittura meticoloso del processo espressivo. C'è un senso preciso dell'identità colore-materia caro a Klein e a certa pittura americana; c'è l'estro vigile dell'accumulazione e dell'invasione ambientale; c'è soprattutto la solida consapevolezza di un lavoro svolto dentro gli spessori dell'opera, ad eccitarne continuamente nuove possibilità creative. E' un lavoro da seguire con estrema attenzione, quello di Maraniello, e che già preannuncia nuove e significative aperture.”

 

Testo di Flaminio Gualdoni

11-06-80

richiesta informazioni